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IL “MIRACOLO” DI UNA VITA CON GIORGIO

Siamo Giancarlo, Isabella e nostro figlio Giorgio della parrocchia di Castelguglielmo. Ci dicono che siamo una famiglia speciale ma noi ci sentiamo una famiglia come tutte le altre.
Torniamo indietro nel lontano 10 febbraio del 1988, quando mi trovavo in un letto d’ospedale, dove mi era appena stata diagnosticata una malattia autoimmune. Ricordo quel giovedì sera quando il primario entrò nella mia stanza e mi confermò la diagnosi, io chiesi subito se avrei potuto avere figli, lui mi guardò e mi disse “nel suo caso i figli non si fanno, ma si adottano”. Guardai Giancarlo che semplicemente mi disse “ nessun problema ne adottiamo uno!” Credo che questa sia stata la dichiarazione d’amore più bella che mio marito mi abbia fatto. Tuttavia passò qualche anno prima di arrivare alla decisione di adottare e il 9 febbraio del 1995, mi trovavo a Lourdes per esaudire un voto fatto da mia mamma (sempre legato alla mia malattia): proprio lì credo che si sia consolidata l’idea dell’adozione. Ci sentivamo pronti ad accogliere anche con il benestare della Madonna. Avevamo le idee chiare: se dovevamo fare questo passo doveva essere verso un bambino che nessuno avrebbe adottato. Dall’associazione ci arrivò una telefonata: “c’è un bambino nato il 9 febbraio 1995 e si chiama Georgi (tradotto) Giorgio”; la sua data di nascita corrispondeva a quel giorno davanti alla Madonna di Lourdes. Partiamo il 6 gennaio 1998 per andare a prendere il mostro piccolo Giorgio, felicissimi dì portarlo a casa. All’ambasciata ci dicono che stiamo per portare a casa un bambino malato: per noi era nostro figlio, se aveva delle difficoltà, insieme le avremo risolte. Finito l’iter dell’adozione (che dura un’ anno) anche l’assistente sociale ci dice che se volevamo, lo potevamo mettere in istituto. Nonostante tutto e tutti, e non è stata una passeggiata, oggi Giorgio è un ragazzo felice e tranquillo con una certa autonomia, si è inserito in diverse associazioni dove trova il suo spazio e noi ci siamo aperti ad un mondo che non conoscevamo. E quella voce “va a casa e adotta “ che la Madonna sembra avermi sussurrato, ha riempito la nostra vita.

Isabella e Giancarlo

I 5 FIGLI DI ENRICO E ALESSIA: OGNUNO UN DONO UNICO!

Se il 2 agosto del 2003, in un caldissimo pomeriggio estivo, don Camillo, quando pronunciò la frase:siete disposti ad accogliere responsabilmente e con amore i figli che Dio vorrà donarvi (…)?”, avesse aggiunto: “e saranno 5”, avremmo sicuramente riso e pensato ad uno scherzo!

Non avevamo un progetto chiaro e definito tanto che vivevamo in un bilocale, ma evidentemente Dio lo aveva su di noi e noi lo abbiamo accettato. 

In questi 18 anni ci hanno accompagnato le preoccupazioni mentre la famiglia cresceva di numero (una casa più grande, il lavoro precario o da ritrovare, l’organizzazione familiare tra scuole, babysitter, attività varie, ecc.) così come la fatica quotidiana, ma anche tante persone amiche, la gioia nei piccoli e comuni avvenimenti di ogni giorno e la Provvidenza. Noi abbiamo contribuito con il nostro impegno e con fiducia nella Provvidenza.

Ogni figlio è un dono speciale, unico e prezioso. Noi, da soli, non saremmo mai stati in grado di pensare un’opera d’arte migliore! Dio ci ha preso per mano durante le stonature e i momenti bui, regalandoci la libertà di ammirare la musica e i colori della vita. 

Enrico e Alessia di Rovigo

GIUSEPPE E LORELLA: IL LORO ESORDIO COME ACCOMPAGNATORI DEI FIDANZATI

Siamo Giuseppe e Lorella della parrocchia di Mardimago, genitori di 4 ragazze. Quando ci è stato proposto di fare da coppia guida ad un percorso per fidanzati che si teneva a Rovigo e che sarebbe iniziato ad ottobre di quest’anno 2021, siamo rimasti perplessi, sentendoci impreparati a svolgere un compito così importante. Dopo l’incontro preparatorio, abbiamo deciso di provare comunque questa esperienza, con la convinzione che era il Signore che ci stava mettendo davanti un’altra preziosa occasione per crescere anche noi come coppia.
Ci ha convinti anche il fatto che non si parlasse di un corso ma di un cammino di accompagnamento perché il mettersi in cammino è l’atteggiamento che ci ha sempre contraddistinti come coppia.
Dopo aver conosciuto i fidanzati che hanno partecipato, è cresciuta in noi la consapevolezza che, nonostante i nostri limiti, potevamo comunque donare a loro qualcosa di buono, anche solo attraverso le nostre testimonianze di vita quotidiana. Nel cammino fatto insieme, sono stati molto belli e profondi i momenti delle risonanze e di condivisione ed abbiamo trovato nelle coppie una grande ricchezza che alla fine ha fatto crescere ed arricchito anche noi. Grazie di questa opportunità.

Giuseppe Tiribello e Lorella