Esperienza meravigliosa e di grande unita’, questo Giubileo delle Famiglie 2025, che ha visto genitori, bambini, nonni, persone unite dal desiderio di vivere insieme emozioni ed esperienze forti che segneranno la loro vita.
Partiti da Rovigo alle 6:00 di sabato 31 maggio, i 2 pullman, con a bordo un centinaio di persone, molte delle quali non si conoscevano, sono arrivati a Roma che già avevano iniziato a conoscersi, grazie a un’app che ha permesso di parlarsi e comunicare e ascoltarsi anche con quelli dell’altro pullman. Era bello vedere che le famiglie provenivano un po’ da quasi tutte le parrocchie della Diocesi, da quelle più giovani a chi era più attempato.
Sabato nel primo pomeriggio, siamo arrivati puntualissimi all’appuntamento per il passaggio della Porta Santa di S. Pietro. Tutti in processione dietro la Croce portata a turno. Si è proceduto con calma in preghiera affidando anche tante famiglie della nostra diocesi, sopratutto quelle più in difficoltà e nella prova e anche il novello presbitero don Andrea Canal,, che nello stesso orario veniva ordinato in Duomo a Rovigo. Iniziate subito le grandi emozioni : S. Pietro che ha accolto nel suo abbraccio grande e pieno di luce noi, pellegrini pazienti e sereni in preghiera. La preghiera si è conclusa presso la tomba del primo degli apostoli dove tutto il gruppo ha rinnovato la propria professione di fede.
Nel pomeriggio eccoci a s. Giovanni in Laterano per la grande festa della famiglia presentata con simpatia dalla conduttrice televisiva Lorena Bianchetti. Ad alternarsi Alfio Russo giovane sassofonista catanese di soli 13 anni, i gruppi musicali del Gen Verde e la scatenatissima band dei “The Sun” hanno fatto cantare e ballare tutta la piazza. Per non parlare delle testimonianze di alcune famiglie, forti e intense: l’aspetto doloroso e resiliente, ma di grande fede della loro realtà familiare ci ha commosso nel profondo. In particolare ci ha colpito la vicenda di Gustavo e Manuela che hanno raccontato del loro percorso di matrimonio. Dalle violenze in casa sulla moglie alla denuncia di lei, passando per il carcere di lui e il percorso riabilitativo nella Comunità Papa Giovanni XXIII, fino alla riconciliazione familiare.”Ora siamo persone completamente rinnovate, risorte, siamo rinati nell’amore in una consapevolezza nuova, perché abbiamo abbracciato la croce che abbiamo portato”.
Momento culminate di Domenica 1 giugno: la S. Messa in piazza s. Pietro, preceduta da un lungo giro in papamobile di Papa Leone, acclamato a gran voce dai tantissimi pellegrini. “Leone difendi la famiglia”, uno degli striscioni di piazza. Ma c’era anche il nostro striscione “Rovigo c’è” W papa Leone “. Tutti attentissimi all’omelia del Papa:
” Il matrimonio non è un ideale, è il canone del vero amore tra l’uomo e la donna, amore totale, fedele, fecondo. Sono le famiglie che generano il futuro dei popoli, perché sono loro che possono essere segni di pace”. «In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore – ha sottolineato il Pontefice..Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre». Poi ha aggiunto: «Carissimi, noi abbiamo ricevuto la vita prima di volerla. Appena nati abbiamo avuto bisogno degli altri per vivere, da soli non ce l’avremmo fatta: è qualcun altro che ci ha salvato, prendendosi cura di noi, del nostro corpo come del nostro spirito. Tutti noi viviamo, dunque, grazie a una relazione, cioè a un legame libero e liberante di umanità e di cura vicendevole». Parole chiare, forti e piene di energia di questo già grande e nuovo Papa. Cosa ci siamo portati a casa dal Giubileo? Che siamo un corpo solo e possiamo solo camminare insieme se vogliamo arrivare ad amare Dio nei fratelli… Nessuno si salva da solo.
Anna Paola Vallin