Il 19 dicembre Laura ha il raffreddore, le sale la febbre, fa un tampone e risulta positiva. Panico, dove l’avrà preso? E adesso, tutti i nostri prossimi impegni per le festività? Le ferie in montagna? Inevitabilmente ci si demoralizza, il Covid ti blocca per giorni, blocca tutta la tua famiglia, le persone che hai visto nei giorni precedenti… Lo sconforto dei primi momenti nei quali avvisi tutti, organizzi il lavoro, l’assenza, l’isolamento in casa, annulli quegli impegni a cui tanto tenevi, lascia il posto alla rassegnazione.
Anche i bambini poi sono positivi, fortunatamente per tutti i sintomi sono lievi, ne siamo contenti ma pensiamo innervositi a tutto ciò che l’isolamento non ci avrebbe fatto fare durante quella tanto attesa pausa natalizia. I giorni passano, la sveglia al mattino suona un po’ più tardi, il “blocco forzato” impone, con due bambini, di riempire le ore: di attività, di gioco, di torte, di compiti, cartoni animati, anche di un sano far niente…ma tutti e quattro insieme! Non avremmo sicuramente mai trascorso vacanze così se non fossimo stati chiusi in casa in maniera obbligata, non so se sarebbero state migliori o peggiori, ma sicuramente non così. Di un avvenimento imprevisto e alquanto indesiderato, parlando insieme di quelle 3 settimane in casa, prevale nella nostra mente il ricordo di uno dei più preziosi momenti di famiglia, divertimento e relazione (non sono mancati discussioni e nervosismo, ma anche quella è relazione!).
C’è stato il dispiacere di essere lontano dagli affetti proprio a Natale, la paura di conseguenze sanitarie, le preoccupazioni di Daniele come lavoratore in proprio, la gestione dello smartworking per Laura, la stanchezza di non poter vedere fisicamente nessun altro per tanto tempo… tutto ciò ci ha accompagnato ma ad un certo punto ci siamo accorti che stavamo disponendo in modo più abbondante di qualcosa che di solito sembra sempre mancare, il tempo. Ne abbiamo avuto tanto e lo abbiamo usato tutto per stare insieme senza fretta, senza orari. Questa circostanza ci ha fatto riscoprire soprattutto la grazia di tante persone che ci sono state vicine, anche solo con un messaggio, la disponibilità per commissioni, la spesa…
Alla sera ci si fermava tutti insieme a pensare alla cosa più bella della giornata (la più brutta erano sempre “il covid e i tamponi”), ne abbiamo trovate un bel po’, piccole piccole ma proprio un bel po’. Le nostre preghiere sono state di speranza e gratitudine, in un momento che avremmo molto volentieri evitato ma che comunque si è presentato ed abbiamo provato ad attraversare al meglio: la volontà di renderlo il meno pesante possibile per i nostri bambini (e un sano istinto di sopravvivenza da genitori! 😉) è diventato motore per goderne tutti e questo incidente di percorso ci ha fatto scoprire tante cose di cui, nella fretta, tutti i giorni si perde il vero valore.
Laura e Daniele Rigolin
con Alice e Giacomo