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UN VIAGGIO PER BAMBINI E RAGAZZI CON GENITORI SEPARATI

Che cosa possiamo fare per tanti bambini e ragazzi che vivono la separazione dei loro genitori? E’ la domanda che il servizio diocesano della pastorale familiare (e in particolare lo staff che si dedica alle famiglie ferite) si è posto più volte in questi anni. Incontrando tante storie complesse abbiamo toccato con mano che la separazione dell’adulto non è priva di conseguenze notevoli sulla vita dei bambini e dei ragazzi perché va a incidere sul bisogno di sicurezza che li accompagna nella crescita. La separazione fa emergere paure, interrogativi, preghiere e altri stati d’animo del bambino a cui è importante dare “voce”. Per molti genitori è difficile riconoscere che per i figli la separazione è un’esperienza dolorosa, che richiede tempo e l’attenzione degli adulti per essere rielaborata. Il tragitto verso una nuova organizzazione della famiglia è quasi sempre più lungo e sofferto di quello che gli adulti tendono a immaginare, durante il quale i bambini si sentono spesso non visti e non abbastanza considerati nei loro bisogni affettivi. Ogni figlio ha bisogno di sentirsi amato e rispettato, di sapere che i suoi genitori continueranno a prendersi cura di lui e di mantenere con entrambi un rapporto affettivo, anche nel caso in cui si creasse un nuovo nucleo familiare.

Per questo abbiamo pensato, nel mese di luglio, ad un “Viaggio verso… Serenity Land”: sarà un fantastico viaggio attraverso il gioco, la fiaba e il racconto per aiutare i bambini e i ragazzi a vivere con maggior consapevolezza questo momento delicato della loro vita, innanzitutto trovando parole per poter esprimere liberamente i sentimenti e le emozioni che stanno vivendo. Tante infatti sono le emozioni che si intrecciano in loro. La maggior parte dei bambini ha paura di quello che succederà, di come cambierà la loro vita. Molti temono di essere abbandonati, di non essere mai più felici. Alcuni esprimono il dolore per la rottura familiare con sentimenti di rabbia e comportamenti aggressivi. Si sentono poi il malessere nel corpo e avvertono un senso di confusione nella mente. Tante volte poi i figli provano un senso di colpa per la separazione perché credono di essere responsabili dei litigi e dell’insoddisfazione dei genitori. Tutte queste emozioni vanno riconosciute, accolte, rispettate, con delicatezza e comprensione.

Un altro obiettivo del nostro viaggio è quello di ritrovare serenità nella comunicazione con i genitori, in un contesto difficile poiché il conflitto dei genitori, che a volte perdura anche dopo la separazione, ingombra la mente dei ragazzi e mette a rischio il loro benessere psicologico. Si cerca di adattarsi a queste situazioni, ma ci si tende a chiudere non sapendo come comunicare ai propri genitori dentro ad un senso di grande fatica, rassegnazione e impotenza.

Infine cercheremo di trovare con i bambini e ragazzi delle strategie per affrontare i cambiamenti, anche semplicemente di tipo fisico, vivendo la fatica di spostarsi: gli zaini pesanti con libri, quaderni, giochi, peluche, vestiti nella frustrazione che qualcosa di importante sia rimasto nell’altra casa. Ma anche le nuove persone che arrivano (nuovi compagni dei genitori, figli, parenti…): possono essere accolti positivamente dai figli che vedono papà e mamma di nuovo felici ma a volte può essere difficile accettare le nuove relazioni e in alcuni casi un rifiuto di incontrare i nuovi partner anche per molto tempo.

Il viaggio che faremo sarà durante il mese di luglio, attraverso quattro incontri di due ore ciascuno in date e orari da concordare con i genitori, a Rovigo o anche in altre due zone dell’alto e basso Polesine, se ne fosse ravvisata la necessità. Per informazioni e adesioni basta contattare i numeri 338 10131652 oppure 348 7556918. La suddivisione dei partecipanti avverrà per piccoli gruppi omogenei per età. L’attività sarà condotta da un nutrito staff di persone competenti, giovani e adulte, che non si vogliono sostituire però all’azione terapeutica di tipo psicologico che a volte si rende necessaria, ma offrire qualcosa di differente che nel divertire fa anche innescare consapevolezze e processi di cambiamento.

Don Christian Malanchin

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TANTA GIOIA TRA LE FAMIGLIE A ROMA

 

 

 

 

 

Esperienza meravigliosa e di grande unita’, questo Giubileo delle Famiglie 2025, che ha visto genitori, bambini, nonni, persone  unite dal desiderio di vivere insieme emozioni  ed esperienze forti  che segneranno la loro vita.

Partiti da Rovigo alle 6:00 di sabato 31 maggio, i 2 pullman, con a bordo un centinaio di persone, molte delle quali non si conoscevano, sono arrivati a Roma che già avevano iniziato a conoscersi, grazie a un’app che ha permesso di parlarsi e comunicare e ascoltarsi anche con quelli dell’altro pullman. Era bello vedere che le famiglie provenivano un po’ da quasi tutte le parrocchie della Diocesi, da quelle più giovani a chi era più attempato.

Sabato nel primo pomeriggio, siamo arrivati puntualissimi all’appuntamento per il passaggio della Porta Santa di S. Pietro. Tutti in processione dietro la Croce portata a turno. Si è proceduto con calma in preghiera affidando anche tante famiglie della nostra diocesi, sopratutto quelle più in difficoltà e nella prova e anche il novello presbitero don Andrea Canal,, che nello stesso orario veniva ordinato in Duomo a Rovigo. Iniziate subito le grandi emozioni : S. Pietro che ha accolto nel suo abbraccio grande e pieno di luce noi, pellegrini pazienti e sereni in preghiera. La preghiera si è conclusa presso la tomba del primo degli apostoli dove tutto il gruppo ha rinnovato la propria professione di fede.

Nel pomeriggio eccoci a s. Giovanni in Laterano per la grande festa della famiglia presentata con simpatia dalla conduttrice televisiva Lorena Bianchetti. Ad alternarsi Alfio Russo giovane sassofonista catanese di soli 13 anni, i gruppi musicali del Gen Verde e la scatenatissima band dei “The Sun” hanno fatto cantare e ballare tutta la piazza.  Per non parlare delle testimonianze di alcune famiglie, forti e intense: l’aspetto doloroso e resiliente, ma di grande fede della loro realtà familiare ci ha commosso nel profondo. In particolare ci ha colpito la vicenda di Gustavo e Manuela che hanno raccontato del loro percorso di matrimonio. Dalle violenze in casa sulla moglie alla denuncia di lei, passando per il carcere di lui e il percorso riabilitativo nella Comunità Papa Giovanni XXIII, fino alla riconciliazione familiare.”Ora siamo persone completamente rinnovate, risorte, siamo rinati nell’amore in una consapevolezza nuova, perché abbiamo abbracciato la croce che abbiamo portato”.

 

 

Momento culminate di Domenica 1 giugno: la S. Messa in piazza s. Pietro, preceduta da un lungo giro in papamobile di Papa Leone, acclamato a gran voce dai tantissimi pellegrini.  “Leone difendi la famiglia”, uno degli striscioni di piazza. Ma c’era anche il nostro striscione “Rovigo c’è” W papa Leone “. Tutti attentissimi all’omelia del Papa:

 

 

 

 

” Il matrimonio non è un ideale, è il canone del vero amore tra l’uomo e la donna, amore totale, fedele, fecondo. Sono le famiglie che generano il futuro dei popoli, perché sono loro che possono essere segni di pace”. «In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore – ha sottolineato il Pontefice..Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre». Poi ha aggiunto: «Carissimi, noi abbiamo ricevuto la vita prima di volerla. Appena nati abbiamo avuto bisogno degli altri per vivere, da soli non ce l’avremmo fatta: è qualcun altro che ci ha salvato, prendendosi cura di noi, del nostro corpo come del nostro spirito. Tutti noi viviamo, dunque, grazie a una relazione, cioè a un legame libero e liberante di umanità e di cura vicendevole». Parole chiare, forti e piene di energia di questo già grande e nuovo Papa. Cosa ci siamo portati a casa dal Giubileo? Che siamo un corpo solo e possiamo solo camminare insieme se vogliamo arrivare ad amare Dio nei fratelli… Nessuno si salva da solo.

 

Anna Paola Vallin

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GIUBILEO BAMBINI E GENITORI AD ADRIA

Il Vescovo Pierantonio, ci invita a partecipare al GIUBILEO DEI BAMBINI E GENITORI “SBOCCIA LA SPERANZA” che sarà ad ADRIA, nel pomeriggio di Sabato 17 maggio 2025.

L’iniziativa nasce dal desiderio di aiutare anche i più piccoli a vivere insieme ai loro genitori l’esperienza di gioia, festa e misericordia del giubileo, sentendo la carezza di Gesù verso i bambini perché vengano a Lui… Tutti possono partecipare, ma in maniera particolare le famiglie con bambini in età nido/scuola dell’infanzia e primi anni della primaria elementare, con il seguente programma:

Ore 16,00 accoglienza tra palloncini e musica davanti alla Basilica “della Tomba” (v. Francesco Bocchi) con il coro “Stella polare” di Adria.

Ore 16,15 camminata per il corso centrale di Adria animata dalla banda musicale “Bellini” di Rosolina, fino alla Cattedrale.

Ore 16,45 Preghiera giubilare per i bambini e genitori nella Chiesa Cattedrale con i Vescovi di Adria-Rovigo e Chioggia. Benedizione delle mamme in attesa. Anima il coro “Cuore e anima” di Taglio di Po.

Ore 17,15 Festa in centro giovanile con merenda, animazione, giochi, truccabimbi… e premi per tutti.

Il tutto sarà vissuto insieme alla Diocesi di Chioggia.

Per ogni informazione potete rivolgervi ai referenti per la nostra diocesi: Gianfranco e Letizia 335 7291683, e-mail famiglia@diocesiadriarovigo.it

L’evento è a cura della Pastorale familiare delle diocesi di Adria-Rovigo e Chioggia, FISM Rovigo, Centro Aiuto alla Vita e Movimento per la vita di Rovigo, Comune di Adria e Adriaparrocchie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ESERCIZI SPIRITUALI PER FAMIGLIE: GIUBILARE NELLA SPERANZA

Saranno guidati dal Vescovo don Paolo Bizzeti gli esercizi spirituali pensati per tutte le famiglie, per una preparazione interiore al Giubileo.
Un’occasione di grazia in cui trovare tempo per fermarsi, riposare e pregare, con calma e serenità, partendo dall’ascolto della Parola di Dio e seguendo gli spunti offerti dal predicatore
Presso Casa di spiritualità Villa Immacolata di Torreglia
Esperienza residenziale dal mattino del 5 al primo pomeriggio del 6 aprile
per informazioni e adesioni: 340 3387316 entro il 30 marzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DALLA MALATTIA AD UNA NUOVA SCOPERTA DI DIO

“Dio ci ama immensamente”. Tante volte ci è capitato di ascoltare questa frase.     La vicinanza di Dio però a volte passa attraverso strade misteriose, non immediatamente comprensibili e all’interno di esperienze estremamente dolorose. Qualche tempo fa mi è stato diagnosticato un meningioma cerebrale attorniato da un esteso edema che comprimeva pesantemente il mio cervello, compresa un’area adibita alla gestione delle emozioni. In poco tempo mi sono ritrovato senza energie fisiche e mentali, con danni motori e mutamento della personalità. Crisi di pianto si alternavano a crisi di rabbia e io stesso non mi riconoscevo più. Si prospettava a breve un delicato intervento in neurochirurgia. Io e mia moglie eravamo molto spaventati e lei ha dovuto sostenermi in ogni cosa dal controllo delle medicine all’utilizzo dei social, dall’alimentazione a tutti i piccoli compiti della vita quotidiana.

La sofferenza maggiore però è stata quella spirituale dovuta al fatto che non percepivo più la presenza di Dio nella mia vita e quindi non capivo il senso di tutto quello che mi stava capitando. Il cielo era chiuso sopra di me. Invocavo un aiuto dall’alto che invece non arrivava. Mi sentivo come scartato senza possibilità di appello per l’eternità. Da questo neanche più la morte poteva liberarmi. Ero all’inferno. Quello vero, non quello dei gironi danteschi. E lo ero meritatamente. Vedevo solo la schifezza della mia persona. Senza l’amore di Dio ero solo uno straccio senza nessun valore. Il pianto della sofferenza si mutava poi in rabbia contro il Padre che a questo punto, se non era amore, non mi interessava più.

Il parroco conosceva la situazione e sapeva che dovevamo rimanere isolati per non prendere malanni in attesa dell’intervento. Quindi ha proposto a mia moglie di portare a casa l’Eucarestia dopo la Messa. Ho colto questa opportunità che mi veniva offerta, Dopo il rito suggerito dal sacerdote portavo alla bocca il Corpo di Cristo, ma non riuscivo a percepirne la presenza divina. Che impressione! Per me quello era solo un pezzo di pane. Ho accettato solo nel ricordo di quello che significava per me in passato e per quello che significava ancora per mia moglie pur non capendo niente.

Finalmente è arrivato il giorno dell’intervento e mi hanno asportato con successo il tumore. Da allora faccio solo controlli periodici sperando che non si ripresenti più. Ho passato la prima notte in terapia intensiva accudito da sanitari di alta professionalità e grande umanità. Per i forti dolori alla testa hanno dovuto somministrarmi anche la morfina spacciandola per “roba buona”.  In effetti mi sono addormentato per un po’. Alle prime luci dell’alba ho notato una certa frenesia nell’ambiente, gente che correva, telefoni che squillavano. Sono riuscito a capire che stava arrivando un cuore nuovo da un altro ospedale compatibile con un paziente vicino di letto. Tutti gioivano. Finalmente una speranza di futuro per quella persona. Pur nella situazione drammatica di una terapia intensiva c’era aria di festa nella quale anch’io mi sono sentito coinvolto. In quel momento la mia attenzione non era più sui sintomi che provavo, ma sulla persona che da tempo aspettava questa occasione. Sperimentavo una certa gioia nell’anima mentre osservavo con la coda dell’occhio il letto avviarsi verso la porta d’uscita. Una preghiera mi è salita spontanea verso un cielo che ritenevo ancora chiuso per me. Ma qualcosa cominciava a cambiare.

Dopo alcuni giorni di degenza in neurochirurgia un mattino ho visto il mio volto nello specchio sopra il lavandino del bagno. L’ematoma che si era formato dopo l’intervento era sceso nelle orbite oculari e su tutto il viso. Nello specchio vedevo un mostro. In quel volto sformato riuscivo però a riconoscere quello piagato e tumefatto di Gesù sulla croce. Ho pianto per la gioia e finalmente ho ricominciato con gradualità a percepire il Suo amore per me.

Per mia moglie sono stati giorni molto faticosi, impiegava quasi due ore per arrivare da casa in ospedale e altrettante per tornare.  Doveva parlare coi medici e sostenermi. All’inizio doveva persino imboccarmi. Tante persone conoscendo la nostra situazione pregavano per noi e ci sostenevano con messaggi e telefonate. La vicinanza e l’affetto di tutti ci hanno dato tanta forza. Dopo vari giorni mia moglie aveva accumulato troppa stanchezza e ha chiesto aiuto a famiglie, con le quali condividiamo una profonda amicizia, nell’assistenza in ospedale. Subito si sono prodigati. E’ stato molto bello condividere questa esperienza e sperimentare l’amore concreto all’interno di una famiglia di famiglie.

L’amore di quanti si sono fatti nostri prossimi è stato decisivo per il mio riavvicinamento a Dio in modo nuovo e sorprendente. Verso sera durante l’orario di visita era una gioia veder entrare in stanza di degenza famiglie che si alternavano per essermi vicino. Ho ricominciato a rispondere a tutto questo amore e ho percepito che Gesù era presente nei fratelli e fra di noi.

Rivedevo il periodo di malattia con una luce nuova. Alla fine, tornato a casa per una lunga convalescenza, quando mia moglie mi portava l’Eucarestia riuscivo a dire in Gesù: “Padre nelle tue mani affido il mio spirito”. Ho ripensato ai mesi precedenti e mi sono accorto che Dio ci aveva accompagnato per tutto il tempo. Insieme a Gesù sono sceso all’inferno e ho capito da cosa siamo stati salvati. Mi è stato concesso di sperimentare l’inferno in tutta la sua terribile realtà che è l’assenza del rapporto d’amore con Dio. Non immaginavo fosse così terribile. Ma lo è. Gesù poi mi ha ripreso e mi ha fatto risalire con Lui nel seno del Padre. Abisso di dolore colmato con abisso d’amore. Prossimità con Dio è incontro di abissi. Rendermi conto da cosa sono stato salvato mi fa vivere nella continua gratitudine verso un Dio che è morto e risorto per me ed è più prossimo a me di quanto lo sia io a me stesso. Il Padre mi dà la dignità di figlio suo. Non mi importa più dei miei peccati, dei miei limiti, della mia fragilità, mi importa solo di essere amato da Dio gratuitamente e di rispondere con l’amore al Suo amore. Sono un salvato non per i miei meriti, che non ci sono, ma per Grazia Sua. Questa è la fonte della nostra gioia. Quando siamo immersi in questa realtà tutto il resto è relativo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PELLEGRINAGGIO GIUBILARE FIDANZATI E GIOVANI SPOSI

Il primo appuntamento dei pellegrinaggi giubilari è sabato 15 febbraio 2025 – Speranza… per vivere il “per sempre” nella coppia – con il Giubileo dei fidanzati e dei giovani sposi di tutta la diocesi. Si partirà alle ore 11,15, da un luogo simbolo, che è la Chiesa di Salvaterra, il cui compatrono è San Valentino, notoriamente custode degli innamorati. A piedi si percorrerà la strada fino al centro di Badia per raggiungere la Chiesa Arcipretale, dove si vivrà un momento di preghiera giubilare e la benedizione del cammino di tutte le giovani coppie presenti da parte del nostro Vescovo Pierantonio. Al termine ci si potrà intrattenere per un pranzo fraterno presso il Centro Giovanile di Badia, con momenti di musica e animazione varia (adesioni al 348 1509081 – 348 1509071).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GIUBILEO A “CASA NOSTRA”

Ci è sembrato bello offrire delle occasioni a tutte le famiglie, per vivere il Giubileo anche direttamente “a casa nostra”, valorizzando le 4 chiese che il nostro Vescovo ha eletto in Diocesi come giubilari: anche lì sarà possibile vivere un momento significativo di spiritualità e, alle consuete condizioni, ricevere l’indulgenza giubilare.
Come potete vedere nella locandina allegata, sono in calendario 4 pellegrinaggi giubilari indirizzati particolarmente ad alcune categorie di famiglie, ma sempre aperti a chiunque desideri unirsi in preghiera. Ad aprire sarà il primo appuntamento, sabato 15 febbraio 2025 – Speranza… per vivere il “per sempre” nella coppia – con il Giubileo dei fidanzati e dei giovani sposi di tutta la Diocesi, un itinerario a piedi da Salvaterra (dedicata a San Valentino) alla Chiesa giubilare di Badia Polesine.

Vi aspettiamo a questo e ai prossimi appuntamenti, sarà una gioia camminare insieme e pregare gli uni per gli altri!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“SPERARE OGGI?” RASSEGNA DI FILM PER LA FAMIGLIA

Anche quest’anno riparte la rassegna cinematografica per la famiglia “Vivere a colori”, che stavolta ha come filo conduttore una domanda: Sperare oggi?
Giovedì 17 ottobre presso il Cinema Duomo di Rovigo alle ore 20.45 ci sarà il primo appuntamento con la proiezione del film “Un oggi alla volta” di Nicola Conversa.
In collaborazione con la scuola diocesana di formazione teologica e il consultorio familiare, che offriranno una presentazione e un dialogo, prima e dopo la proiezione.
Le prossime serate, una volta al mese, nella locandina allegata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“ROBE PER MOROSI”: UNA NUOVA INIZIATIVA

Da domenica 27 ottobre parte un’iniziativa dedicata a coppie giovani che non sono ancora proiettate verso il matrimonio, ma vogliono coltivare la loro relazione e farla crescere. Si inserisce nelle giornate RISE UP e completa le altre proposte di riflessione e servizio.

L’idea nasce dal desiderio di    contemplare il sogno che stiamo costruendo insieme e la forza che ne deriva. Nel volantino troverete indicazioni su orari e adesioni.

A cura della pastorale giovanile e familiare diocesana