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ESERCIZI SPIRITUALI PER FAMIGLIE: GIUBILARE NELLA SPERANZA

Saranno guidati dal Vescovo don Paolo Bizzeti gli esercizi spirituali pensati per tutte le famiglie, per una preparazione interiore al Giubileo.
Un’occasione di grazia in cui trovare tempo per fermarsi, riposare e pregare, con calma e serenità, partendo dall’ascolto della Parola di Dio e seguendo gli spunti offerti dal predicatore
Presso Casa di spiritualità Villa Immacolata di Torreglia
Esperienza residenziale dal mattino del 5 al primo pomeriggio del 6 aprile
per informazioni e adesioni: 340 3387316 entro il 30 marzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DALLA MALATTIA AD UNA NUOVA SCOPERTA DI DIO

“Dio ci ama immensamente”. Tante volte ci è capitato di ascoltare questa frase.     La vicinanza di Dio però a volte passa attraverso strade misteriose, non immediatamente comprensibili e all’interno di esperienze estremamente dolorose. Qualche tempo fa mi è stato diagnosticato un meningioma cerebrale attorniato da un esteso edema che comprimeva pesantemente il mio cervello, compresa un’area adibita alla gestione delle emozioni. In poco tempo mi sono ritrovato senza energie fisiche e mentali, con danni motori e mutamento della personalità. Crisi di pianto si alternavano a crisi di rabbia e io stesso non mi riconoscevo più. Si prospettava a breve un delicato intervento in neurochirurgia. Io e mia moglie eravamo molto spaventati e lei ha dovuto sostenermi in ogni cosa dal controllo delle medicine all’utilizzo dei social, dall’alimentazione a tutti i piccoli compiti della vita quotidiana.

La sofferenza maggiore però è stata quella spirituale dovuta al fatto che non percepivo più la presenza di Dio nella mia vita e quindi non capivo il senso di tutto quello che mi stava capitando. Il cielo era chiuso sopra di me. Invocavo un aiuto dall’alto che invece non arrivava. Mi sentivo come scartato senza possibilità di appello per l’eternità. Da questo neanche più la morte poteva liberarmi. Ero all’inferno. Quello vero, non quello dei gironi danteschi. E lo ero meritatamente. Vedevo solo la schifezza della mia persona. Senza l’amore di Dio ero solo uno straccio senza nessun valore. Il pianto della sofferenza si mutava poi in rabbia contro il Padre che a questo punto, se non era amore, non mi interessava più.

Il parroco conosceva la situazione e sapeva che dovevamo rimanere isolati per non prendere malanni in attesa dell’intervento. Quindi ha proposto a mia moglie di portare a casa l’Eucarestia dopo la Messa. Ho colto questa opportunità che mi veniva offerta, Dopo il rito suggerito dal sacerdote portavo alla bocca il Corpo di Cristo, ma non riuscivo a percepirne la presenza divina. Che impressione! Per me quello era solo un pezzo di pane. Ho accettato solo nel ricordo di quello che significava per me in passato e per quello che significava ancora per mia moglie pur non capendo niente.

Finalmente è arrivato il giorno dell’intervento e mi hanno asportato con successo il tumore. Da allora faccio solo controlli periodici sperando che non si ripresenti più. Ho passato la prima notte in terapia intensiva accudito da sanitari di alta professionalità e grande umanità. Per i forti dolori alla testa hanno dovuto somministrarmi anche la morfina spacciandola per “roba buona”.  In effetti mi sono addormentato per un po’. Alle prime luci dell’alba ho notato una certa frenesia nell’ambiente, gente che correva, telefoni che squillavano. Sono riuscito a capire che stava arrivando un cuore nuovo da un altro ospedale compatibile con un paziente vicino di letto. Tutti gioivano. Finalmente una speranza di futuro per quella persona. Pur nella situazione drammatica di una terapia intensiva c’era aria di festa nella quale anch’io mi sono sentito coinvolto. In quel momento la mia attenzione non era più sui sintomi che provavo, ma sulla persona che da tempo aspettava questa occasione. Sperimentavo una certa gioia nell’anima mentre osservavo con la coda dell’occhio il letto avviarsi verso la porta d’uscita. Una preghiera mi è salita spontanea verso un cielo che ritenevo ancora chiuso per me. Ma qualcosa cominciava a cambiare.

Dopo alcuni giorni di degenza in neurochirurgia un mattino ho visto il mio volto nello specchio sopra il lavandino del bagno. L’ematoma che si era formato dopo l’intervento era sceso nelle orbite oculari e su tutto il viso. Nello specchio vedevo un mostro. In quel volto sformato riuscivo però a riconoscere quello piagato e tumefatto di Gesù sulla croce. Ho pianto per la gioia e finalmente ho ricominciato con gradualità a percepire il Suo amore per me.

Per mia moglie sono stati giorni molto faticosi, impiegava quasi due ore per arrivare da casa in ospedale e altrettante per tornare.  Doveva parlare coi medici e sostenermi. All’inizio doveva persino imboccarmi. Tante persone conoscendo la nostra situazione pregavano per noi e ci sostenevano con messaggi e telefonate. La vicinanza e l’affetto di tutti ci hanno dato tanta forza. Dopo vari giorni mia moglie aveva accumulato troppa stanchezza e ha chiesto aiuto a famiglie, con le quali condividiamo una profonda amicizia, nell’assistenza in ospedale. Subito si sono prodigati. E’ stato molto bello condividere questa esperienza e sperimentare l’amore concreto all’interno di una famiglia di famiglie.

L’amore di quanti si sono fatti nostri prossimi è stato decisivo per il mio riavvicinamento a Dio in modo nuovo e sorprendente. Verso sera durante l’orario di visita era una gioia veder entrare in stanza di degenza famiglie che si alternavano per essermi vicino. Ho ricominciato a rispondere a tutto questo amore e ho percepito che Gesù era presente nei fratelli e fra di noi.

Rivedevo il periodo di malattia con una luce nuova. Alla fine, tornato a casa per una lunga convalescenza, quando mia moglie mi portava l’Eucarestia riuscivo a dire in Gesù: “Padre nelle tue mani affido il mio spirito”. Ho ripensato ai mesi precedenti e mi sono accorto che Dio ci aveva accompagnato per tutto il tempo. Insieme a Gesù sono sceso all’inferno e ho capito da cosa siamo stati salvati. Mi è stato concesso di sperimentare l’inferno in tutta la sua terribile realtà che è l’assenza del rapporto d’amore con Dio. Non immaginavo fosse così terribile. Ma lo è. Gesù poi mi ha ripreso e mi ha fatto risalire con Lui nel seno del Padre. Abisso di dolore colmato con abisso d’amore. Prossimità con Dio è incontro di abissi. Rendermi conto da cosa sono stato salvato mi fa vivere nella continua gratitudine verso un Dio che è morto e risorto per me ed è più prossimo a me di quanto lo sia io a me stesso. Il Padre mi dà la dignità di figlio suo. Non mi importa più dei miei peccati, dei miei limiti, della mia fragilità, mi importa solo di essere amato da Dio gratuitamente e di rispondere con l’amore al Suo amore. Sono un salvato non per i miei meriti, che non ci sono, ma per Grazia Sua. Questa è la fonte della nostra gioia. Quando siamo immersi in questa realtà tutto il resto è relativo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PELLEGRINAGGIO GIUBILARE FIDANZATI E GIOVANI SPOSI

Il primo appuntamento dei pellegrinaggi giubilari è sabato 15 febbraio 2025 – Speranza… per vivere il “per sempre” nella coppia – con il Giubileo dei fidanzati e dei giovani sposi di tutta la diocesi. Si partirà alle ore 11,15, da un luogo simbolo, che è la Chiesa di Salvaterra, il cui compatrono è San Valentino, notoriamente custode degli innamorati. A piedi si percorrerà la strada fino al centro di Badia per raggiungere la Chiesa Arcipretale, dove si vivrà un momento di preghiera giubilare e la benedizione del cammino di tutte le giovani coppie presenti da parte del nostro Vescovo Pierantonio. Al termine ci si potrà intrattenere per un pranzo fraterno presso il Centro Giovanile di Badia, con momenti di musica e animazione varia (adesioni al 348 1509081 – 348 1509071).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GIUBILEO A “CASA NOSTRA”

Ci è sembrato bello offrire delle occasioni a tutte le famiglie, per vivere il Giubileo anche direttamente “a casa nostra”, valorizzando le 4 chiese che il nostro Vescovo ha eletto in Diocesi come giubilari: anche lì sarà possibile vivere un momento significativo di spiritualità e, alle consuete condizioni, ricevere l’indulgenza giubilare.
Come potete vedere nella locandina allegata, sono in calendario 4 pellegrinaggi giubilari indirizzati particolarmente ad alcune categorie di famiglie, ma sempre aperti a chiunque desideri unirsi in preghiera. Ad aprire sarà il primo appuntamento, sabato 15 febbraio 2025 – Speranza… per vivere il “per sempre” nella coppia – con il Giubileo dei fidanzati e dei giovani sposi di tutta la Diocesi, un itinerario a piedi da Salvaterra (dedicata a San Valentino) alla Chiesa giubilare di Badia Polesine.

Vi aspettiamo a questo e ai prossimi appuntamenti, sarà una gioia camminare insieme e pregare gli uni per gli altri!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“SPERARE OGGI?” RASSEGNA DI FILM PER LA FAMIGLIA

Anche quest’anno riparte la rassegna cinematografica per la famiglia “Vivere a colori”, che stavolta ha come filo conduttore una domanda: Sperare oggi?
Giovedì 17 ottobre presso il Cinema Duomo di Rovigo alle ore 20.45 ci sarà il primo appuntamento con la proiezione del film “Un oggi alla volta” di Nicola Conversa.
In collaborazione con la scuola diocesana di formazione teologica e il consultorio familiare, che offriranno una presentazione e un dialogo, prima e dopo la proiezione.
Le prossime serate, una volta al mese, nella locandina allegata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“ROBE PER MOROSI”: UNA NUOVA INIZIATIVA

Da domenica 27 ottobre parte un’iniziativa dedicata a coppie giovani che non sono ancora proiettate verso il matrimonio, ma vogliono coltivare la loro relazione e farla crescere. Si inserisce nelle giornate RISE UP e completa le altre proposte di riflessione e servizio.

L’idea nasce dal desiderio di    contemplare il sogno che stiamo costruendo insieme e la forza che ne deriva. Nel volantino troverete indicazioni su orari e adesioni.

A cura della pastorale giovanile e familiare diocesana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RIPARTE “TI REGALO DEL TEMPO”

Carissimi, dopo il riscontro positivo avuto nei mesi scorsi, siamo lieti di riprendere l’iniziativa: “Ti regalo del tempo”! A partire da sabato 19 ottobre, un sabato sera al mese fino a maggio, offriamo nuovamente l’opportunità di intrattenere i figli per permettere ai genitori di uscire dove desiderano e donarsi un tempo di qualità di coppia o come singoli (se non vivono l’esperienza di coppia).

 

E’ sufficiente portare i bambini/ragazzi in seminario diocesano (via Pascoli, 51 a Rovigo) tra le 20,45 e le 21,00 dei sabati programmati. Gli adulti potranno uscire e rientrare per la riconsegna dei figli entro le ore 23.00.

 

Vi chiediamo di diffondere la proposta tra le famiglie che ritenete potrebbero apprezzare questa opportunità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PAOLO E STEFANIA: ABBIAMO IMPARATO A FIDARCI

Non ci mancava nulla, avevamo il nostro amore, la nostra casa, il nostro lavoro e nostro figlio Gioele. Un giorno però
qualcosa cambia: viene a mancare il lavoro di Paolo, che nel giro di qualche mese si ritrova da Geometra responsabile
di cantiere a disoccupato padre di famiglia. Comunque le aspettative erano relativamente buone, i sussidi e il
curriculum ci permettevano di pensare al futuro; tanto che a maggio dell’anno successivo nasce Michele.
Dopo la felicità iniziale per questa nuova vita, entriamo nel turbinio della quotidianità fra notti in bianco, poppate e
gelosie del fratello maggiore da gestire. Ogni giorno/mese che passava l’attenzione di Paolo si spostava sempre più
dalla famiglia alla sua ricerca di occupazione e a far quadrare i conti del bilancio familiare. I mesi passavano, la crisi
economica mondiale non dava tregua e diminuiva le possibilità di trovare un nuovo impiego nonostante i vari corsi e
gli inutili colloqui. Un padre senza lavoro come può provvedere al sostentamento della sua famiglia?! Questo era il
pensiero che lo tormentava sempre più intensamente tanto da iniziare a logorarlo dentro. Il suo sorriso era svanito, la
sua serenità era svanita, la sua collaborazione in famiglia era svanita… Paolo era svanito: si era spento. Nonostante la
vicinanza e il sostegno dei nostri rispettivi genitori, Paolo era entrato in quel buio che ti fa perdere la strada, il buio che
ti porta ad avere ogni giorno un buon motivo per non alzarti nemmeno dal letto; una volta era mal di testa, un’altra
mal di stomaco, un’altra i cervicali… ogni giornata era diventata un ostacolo invalicabile. Nemmeno i nostri figli erano
un buon proposito per scendere dal letto e vivere una giornata normale.
Di mio provavo ogni giorno a spronarlo a rassicurarlo, avevamo un tetto sulla testa e pane sulla tavola ma ancora non
era sufficiente. Che cosa potevo fare? Ammetto di aver pensato di gettare la spugna, qualcun altro si sarebbe
occupato di lui, io ne avevo già due a cui pensare uno di 5 anni e uno di pochi mesi.
Ma proprio in quei giorni, mentre toccavamo il fondo nel buio totale, uno spiraglio di luce si faceva strada. Una mia
carissima amica mi informò che a distanza di un mese sarebbe partita per visitare un posto per lei meraviglioso. Non
mi fece nessun tipo di invito ad andare, ma dentro di me si innescò qualcosa che mi faceva desiderare tantissimo quel
viaggio con destinazione Medjugorie.
Ovviamente Paolo non era d’accordo né con la spesa troppo onerosa in quel momento, né con le ore di pullman da
affrontare con i bambini. Qui è iniziata la mia battaglia contro i suoi no, arrivando alla minaccia: se tu non vuoi venire
vado da sola con i bambini.
A novembre eravamo in viaggio. Non avevo nessuna aspettativa, era già stata una conquista averlo tirato fuori di casa.
Si rivelò un viaggio risolutore. Ci siamo accorti che non eravamo soli ad affrontare i problemi l’uno dell’altro. Era
bastato cambiare prospettiva, alzare lo sguardo per accorgerci che i nostri problemi non erano problemi, i figli
sarebbero cresciuti e le difficoltà sarebbero state superate.
Dovevamo imparare a fidarci e ad affidarci, anche l’uno dell’altro. Abbiamo iniziato un cammino di preghiera in
famiglia che ci ha portato a superare le difficoltà. Su suggerimento abbiamo invocato l’aiuto di San Giuseppe con una
novena. Finita questa è arrivato il segno che tanto aspettavamo. Un amico che non sentivamo da anni ha consigliato a
Paolo di partecipare ad un concorso che successivamente è andato a buon fine. Da qui le cose hanno iniziato a girare
diversamente. Da una opportunità all’altra, stavamo uscendo dal buio per tornare alla luce.
A quanto pare non era finita, infatti nel 2020 siamo stati messi alla prova di nuovo, questa volta più intimamente.
Finalmente rinati, eravamo alla ricerca del coronamento del nostro sogno d’amore. Ci siamo messi alla ricerca del
nostro terzo figlio, ma la ricerca è stata questa volta difficile, a tratti dolorosa. Questa volta è toccato a Paolo prendersi
cura dei miei giorni neri. Di nuovo la preghiera, l’affidamento, ci hanno portato il sole. Dopo la pioggia è arrivato
l’arcobaleno in Maria Sofia nel novembre 2021.
Non è assolutamente vero che una coppia è 50 e 50, nessuno è la dolce metà dell’altro ma siamo il completamento e il
sostegno quando nell’altro viene a mancare.
Siamo stati nella paura, soli, incapaci di far fronte ai problemi insormontabili che la vita ci metteva davanti. Dal giorno
in cui abbiamo smesso di pensare di potercela fare con le sole nostre forze, le cose hanno cominciato a cambiare. Da
quando abbiamo affidato la nostra vita al Signore e abbiamo imparato a fidarci che le cose giuste per noi, sarebbero
arrivate non quando volevamo noi ma nel momento giusto per noi, i nostri passi sono stati in discesa. Ci saranno altre
salite alcune già all’orizzonte, anche difficili da superare, ma sicuri di essere accompagnati dall’alto e dall’altro non
avremo più paura. Perché come dice un nostro carissimo amico il contrario di CREDERE è avere paura.

LISA E LA SUA “AMICA”

Ciao a tutti, mi chiamo Lisa ed ho 45 anni. Da quasi sei anni, convivo con una coinquilina
abbastanza dispotica, dispettosa, testarda…vuole fare sempre quello che vuole lei.
Si chiama Sclerosi multipla, ma io la chiamo LA MIA AMICA.
Per grazia di Dio fino ai 39 anni ho vissuto a pieno la mia vita, ho fatto tutto quello che la stessa
mi proponeva. Mai ferma, sempre in movimento, sempre attiva, sempre pronta per nuove
avventure, qualsiasi tipo di avventura: amore, condivisione, viaggi, studio, lavoro…etc etc.
Stavo accumulando un baglio di esperienze sia belle che brutte, molto molto importanti.
Agosto 2018, tornata da un viaggio avventura, comincia la mia nuova esperienza con la SM.
Uragano in atto:
IO? PROPRIO IO? SIETE SICURI DI NON AVER INVERTITO LE CARTELLE?
LE GAMBE NON MI REGGONO PIU’ AIUTOOOOO SANTA VERGINE AIUTAMI
HO DOLORI IN OGNI PARTE DEL MIO CORPO AIUTOOOO PADRE MIO AIUTAMI
SONO SEMPRE COSI’ STANCA, NON HO NEMMENO LE FORZE PER LAVARMI IL VISO
MAAAA PERCHE’ PROPRIO A ME? COSA TI HO FATTO PADRE MIO?
Ho urlato, ho pianto, ho pregato perché tutto il mio dolore fisico e mentale finisse.
Quanta energia sprechiamo per comprendere cose alle quali non avremo mai risposta.
Con tanta fatica son riuscita a stoppare le domande e ho cominciato ad osservare, ad
osservare in silenzio tutto quello che mi accadeva attorno. Ho cominciato a pregare di più, a
non chiedere nulla a Nostro Signore e alla Vergine Maria, solo a pregare, pregare, pregare e
pregare. E quando prego il mio cuore è sereno.
Mi son lasciata avvolgere dalla dolce coperta della preghiera.
Per chi non la conosce, questa malattia può dare svariati problemi/sintomi, non esiste una SM
uguale all’altra. Oggi voglio condividere 2 sintomi che son veramente tosti per me, la
stanchezza cronica ed il dolore cronico
Cosa è la stanchezza cronica…io son sempre stanca, ma stanca. E’ una stanchezza che non
passa riposandosi, è sempre li con te e spesso e volentieri non mi permette nemmeno di
alzarmi dal letto.
Quando apro gli occhi al mattino io devo stare 2 minuti ferma ed in silenzio per capire casa LA
MIA AMICA ha deciso di regalarmi quel giorno.
La fatica che sento ogni mattina quando mi sveglio è paragonabile ad una camminata in salita
di 10 ore. E devo ancora alzarmi.

La mia amica però a volte è generosa e decide di darmi una sacco pieno di energia, da utilizzare
ogni volta che voglio. Quando ho scoperto questa cosa ero felicissima. L’ho subito ringraziata
e le ho detto che bello un sacco di energia nuovo ogni giorno. Ma lei subdola mi ha prontamente
risposto: eh no, mia cara amica Lisa, questo sacco di energia devi fartelo durare il più possibile,
perché non si sa quando ne arriverà un altro, e se ne arriverà un altro.
Devo pesare ogni cosa che faccio, centellinare la poca energia che mi è stata regata ed usarla
per le cose che contano. Quindi tolto l’abc del lavarsi e mangiare, la devo distribuire e quindi
decidere cosa fare: sto un po’ con i miei cari, con i miei amici, vado a cena fuori, o anche solo
a bere un aperitivo. Tutto non posso fare ed a volte non posso fare nulla.
Vi racconto ora dei dolori cronici. La mia Amica mi fa sempre sentire dolore, sempre. Ma la cosa
brutta di questi dolori è che purtroppo sono direttamente proporzionali alle emozioni. Se
promo emozioni grandi restituisce grandi dolori, se provo emozioni piccole, piccoli dolori.
Quindi se vivo una emozione bellissima, bruttissima, una via di mezzo, una cosa noiosa,
un’arrabbiatura al lavoro, uno po’ di sano stress e mettiamoci dentro tutto quello che vi pare. Il
tutto viene immagazzinato ed elaborato e restituito sottoforma di dolori atroci su tutto il corpo
che possono durare alcune ore o alcuni giorni.
Sapete cosa faccio quando son stesa nel letto, completamente senza forze, inerme, avvolta
dai dolori tanto che nessuno mi può fare una carezza perché altrimenti sento ancora più
dolore?
Io…mi avvolgo nella dolce e calda coperta della preghiera.
La preghiera mi ha portato a comprendere che, una
volta acquisita la conoscenza e la consapevolezza della malattia, l’unica scelta che devo fare
ogni giorno è: apri gli occhi, Prega ed ascolta il tuo corpo, il Signore attraverso lui ti darà le
risposte per come affrontare le difficoltà giornaliere.