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CANTIERI DI PASTORALE FAMILIARE PER LE NOSTRE PARROCCHIE

NUOVE PROSPETTIVE PER LA FAMIGLIA NELLE NOSTRE COMUNITA’

Per guardare al futuro con ottimismo è necessario ri-costruire la pastorale per la famiglia
rovesciando il punto di partenza: non più e non solo una serie di servizi proposti dall’equipe
diocesana, ma piuttosto strade da percorrere insieme rispondendo alle esigenze emerse
dalle varie realtà locali.
L’iniziativa di nuovi “cantieri di pastorale familiare” è stata lanciata dal Servizio di pastorale
familiare della Diocesi, che conta sull’impegno di sacerdoti, coppie, laici e religiosi desiderosi
di aiutare le famiglie a vivere insieme occasioni di crescita. Un cantiere in ogni parrocchia:
con questa immagine l’equipe diocesana si è rivolta ai parroci per cogliere le diverse
necessità e trasformarle in opportunità di maturazione, nella fede.
Dopo la bella esperienza, nella primavera scorsa, delle serate dei Family Dream Lab, in
tante parrocchie sono uscite diverse richieste, a dimostrazione che la voglia di fare e di
mettersi in gioco è presente e diffusa nella nostra realtà diocesana. Ma come trasformare le
energie in azioni concrete? Come passare dalle idee e dalle esigenze delle famiglie ad
esperienze che rendano le famiglie stesse protagoniste delle comunità cristiane? Attraverso
delle sperimentazioni, realizzate in ogni parrocchia che ne senta il bisogno, con una
collaborazione attiva tra l’equipe diocesana, i sacerdoti, le coppie e le famiglie, i genitori e i
laici….
In queste settimane, tutti i parroci sono stati contattati per verificare la possibilità di passare
dalle esperienze di ascolto dello scorso anno, all’apertura, nel confronto, di un cantiere per
la famiglia in parrocchia o unità pastorale. Il senso del cantiere è proprio quello del “costruire
concretamente insieme, sperimentando” a partire da 3 criteri/obiettivi (venuti fuori
costantemente nella fase di ascolto): rendere le famiglie aperte e missionarie verso le altre
famiglie; favorire nella comunità uno stile di vita di famiglia (famiglia di famiglie); aiutare le
famiglie a vivere la domenica come giorno del Signore.
Per quelle parrocchie o unità pastorali che sceglieranno di aderire, il lavoro dell’equipe
diocesana di pastorale familiare, nelle prossime settimane, sarà dunque quello di stabilire un
confronto con le realtà stesse, che faccia emergere, dalle esigenze locali, il “volto” di
cantiere più adatto da aprire e sul quale costruire nel corso di questo anno 2023 e
successivi. Cantieri che, ad esempio, potrebbero coinvolgere di più i genitori (specie quelli
che gravitano nelle nostre Scuole dell’Infanzia) oppure gli sposi che, a partire dalla
riscoperta del loro sacramento del matrimonio, potrebbero aprirsi ad una rinnovata
missionarietà verso altre famiglie…etc…
Dopo l’avvio, anche in tutte le fasi successive del “processo di costruzione” nel cantiere, i
volontari dell’equipe diocesana si impegnano a garantire supporto e accompagnamento per
una buona riuscita delle sperimentazioni.
Attualmente, sono stati numerosi i parroci che hanno manifestato un’interesse a ragionare
su questa proposta. I primi cantieri saranno aperti tra poco, ma sicuramente le risposte
iniziali produrranno altre richieste, attivando ulteriori esperienze: un passo dopo l’altro,
sperimentando e provando, si costruisce e si costruirà una pastorale familiare, fatta di
tessiture di legami profondi tra famiglie, missionarietà verso famiglie “nuove”, facendo
assaporare il senso di comunità e la gioia di vivere fraternamente la fede in Gesù Cristo.

 

Elisa Ferrari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ADOLESCENTI CON GENITORI SEPARATI: PARTE “PENSIERI IN CERCHIO”

Premessa
Da anni la pastorale familiare della Diocesi è attenta e sensibile alle famiglie ferite, che vivono una
fragilità relazionale o attraversano le fasi della separazione, del divorzio o della ricomposizione di nuove
unioni. Sempre di più ci si è resi conto che era necessario prendersi cura non solo degli adulti ma anche
dei figli di queste famiglie, che vivono spesso condizioni di forte disagio, amplificato in questi anni anche
dalle conseguenze della pandemia.
Già nel 2019 si era avviata l’iniziativa dei “Gruppi di Parola”, con il patrocinio della Provincia e del
Comune di Rovigo e in collaborazione con il Consultorio Socio-Educativo. Un’esperienza rivolta ai
bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni, con genitori separati, condotta da persone competenti che si sono
formate al Centro per la Mediazione Sistemica Gregory Batesan. Ora l’idea è quella di offrire
un’opportunità anche per i preadolescenti e adolescenti.
La novità di una proposta, nella panoramica rodigina
Per i preadolescenti e adolescenti, che spesso mostrano le maggiori fragilità quando si rompe il quadro di
equilibrio della famiglia, si è pensato dunque di far partire nelle prossime settimane un’esperienza nuova
e originale e che non si sovrapponesse a quanto già viene offerto a questi ragazzi dalle istituzioni o dalle
famiglie.
Già molti istituti scolastici hanno aperto da annni “sportelli” in cui i giovani possono avere dei colloqui
personali con psicologi o altre persone competenti. Inoltre in questi ultimi due anni è più che raddoppiato
il numero delle famiglie che ricorrono allo psicologo per problemi dei loro figli in adolescenza.
La proposta che facciamo non si sostituisce a tutto questo ma è complementare, sfrutta il principio della
forza insita nel gruppo dei pari in adolescenza e le grandi potenzialità che può sprigionare, di auto mutuo
aiuto. In particolare l’iniziativa si chiamerà “Pensieri in cerchio” e sarà un percorso di 4 incontri rivolto
agli adolescenti che vivono in un contesto di genitori separati o famiglie con difficoltà relazionali.
L’obiettivo è quello di poter condividere pensieri, paure e aspettative in un ambiente “caldo”, accogliente,
sicuro, privo di giudizio e sereno. Le attività avranno carattere ludico e la musica sarà protagonista.
Gli incontri saranno mediati da Alessandra Tozzi, una psicologa e animatrice, esperta in tematiche
adolescenziali. Si svolgeranno nei venerdì di marzo 3-17 e 21 e ad aprile il 14, nell’orario pomeridiano
dalle 15,00 alle 16,15 presso i bellissimi ambienti di Cà Verta che consentono di mettersi in un dialogo
anche con la natura. Se non fosse possibile partecipare a tutti e quattro gli incontri sarà consentita
ugualmente anche una presenza parziale.
Come partecipare
Non trattandosi di una proposta di natura “confessionale”, è rivolta a qualsiasi adolescente, a prescindere
dal credo religioso o anche non credente e senza limiti di residenza anagrafica.
Per chi fosse interessato o avesse bisogno di richiedere informazioni, è possibile inviare mail a
famiglia@diocesiadriarovigo.it oppure contattare o inviare messaggio al 348 7556918.
Non è iniziativa a fini di lucro ma viene svolta in regime di volontariato, per questo non è prevista alcuna
tariffa, al limite chi vuole potrà lasciare un’offerta assolutamente libera e anonima come contributo per le
spese dell’utilizzo degli ambienti.

 

Don Christian Malanchin – Direttore del Servizio Diocesano di Pastorale Familiare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SERATA “LANCIO” DELLA PASTORALE FAMILIARE DIOCESANA COL VESCOVO DI CHIOGGIA

RISPLENDA LA VOSTRA LUCE

L’evento ha come destinatari le famiglie e i sacerdoti, ma in generale le nostre comunità tutte.  Una serata che ci metterà insieme dalle diverse zone della Diocesi, per respirare a pieni polmoni la bellezza di una novità di prospettiva che la Chiesa sta maturando nell’accompagnare la vocazione al matrimonio. Ad offrirci interessanti spunti sarà il Vescovo di Chioggia, da lungo tempo esperto di morale e pastorale della famiglia.

L’appuntamento è alle 21:00 in seminario a Rovigo ma anche in contemporanea, in vari luoghi della nostra diocesi (si può scegliere quello più vicino) collegati tra di loro in modo interattivo: tanti punti di partenza per ascoltare e discutere insieme su come realizzare un percorso per testimoniare l’amore sponsale che dà luce ad ogni comunità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UNA FAMIGLIA DI FAMIGLIE CHE GUARDA IL FUTURO

Metti insieme un gruppo eterogeneo di famiglie, portale in un luogo di montagna isolato ma non
troppo, metti tutti a loro agio con un clima informale e giocoso, lasciali liberi di esprimersi e
condividere esperienze ed emozioni, e il risultato è garantito! La “ricetta” vincente del Weekend
“Famiglia di famiglie”, organizzato presso casa Emmaus a Giazza (VR) dal 9 all’11 settembre 2022,
è stata proprio questa: una cinquantina di persone hanno accettato l’invito dell’Equipe diocesana di
Pastorale Familiare della Diocesi e hanno così avuto l’opportunità di fare un’arricchente esperienza.
L’idea da cui sono partiti don Christian e le coppie dello staff del Servizio Diocesano per la
Famiglia è stata quella di incontrarsi in un luogo rilassante per guardare insieme al futuro delle
nostre famiglie e delle nostre comunità. Guardare al futuro riprendendo le intuizioni e le proposte
“provocanti” emerse, in primavera, nei “Family Dream Lab” tenutisi nelle parrocchie durante il
passaggio dell’icona del X Incontro Mondiale delle famiglie.
Proprio il desiderio di stare insieme e vivere delle esperienze comunitarie che rendano viva e aperta
la chiesa, intesa come famiglia di famiglie, ha spinto persone con preparazione e stili diversi a
mettersi in gioco e a lasciarsi interrogare. Un’occasione colta al volo da giovani coppie, famiglie
con figli adolescenti o con bambini piccoli, freschi pensionati e laici impegnati, sacerdoti e
religiose, qualche veterano e qualcuno che è riuscito a mettere a disposizione solo qualche ora: tutti
si sono sentiti accolti e membri di una grande famiglia.
Tra una passeggiata per le vie del paese, qualche camminata un po’; più impegnativa e tanti momenti
di relax dedicati al dialogo, le ore sono trascorse piacevolmente, in un clima sereno e amichevole.
Con la guida di Arabella e Francesco e degli altri membri dell’Equipe diocesana, sono stati svolti
dei laboratori che hanno avuto la partecipazione attiva di adulti da una parte e i relativi figli
dall’altra, seguiti da due brillanti animatori. Alcuni momenti sono stati più divertenti e altri più
riflessivi, ma tutti ugualmente importanti per costruire un modo “familiare” di stare insieme.
Tre gli assi portanti su cui innescare le riflessioni: cosa vuol dire e cosa serve per essere comunità,
come vivere da famiglie missionarie, in che modo valorizzare la domenica, il giorno della festa.
Attraverso attività laboratoriali molto coinvolgenti, ciascuno ha espresso il proprio modo di sentirsi
parte viva della chiesa, partendo da se stessi e in un continuo confronto con la Parola di Dio.
Al centro dei tre giorni di riflessione e spiritualità c’è stato un intenso momento di adorazione, nella
piccola cappella di casa Emmaus, durante il quale le parole guida sono stare quelle che papa
Francesco ha suggerito alle famiglie: Permesso, Grazie, Scusa. Con queste semplici parole la
famiglia diventa “casa di preghiera, fondata sull’amore che sempre rigenera i rapporti aprendo
orizzonti di speranza”.
Si sono messe sul piatto tante idee, e la cosa bella è stata che quasi senza accorgersene le persone
presenti hanno indicato in maniera chiara le direttrici da seguire nella pastorale familiare diocesana:
ora non resta che rientrare ciascuno nella propria parrocchia e risvegliare ogni comunità per
renderla una famiglia aperta, “in uscita” come direbbe papa Francesco, in grado di trasmettere la
fede con misericordia e gratitudine.

Elisa Ferrari
(da “La Settimana)

 

 

CAMP IN VAL DI SOLE: PRIMA DA GIOVANI ORA COME FAMIGLIE

La sapeva lunga Giovanni Paolo II quando diceva che la giovinezza “è un bene dell’umanità”.

Le esperienze forti che si vivono insieme da giovani sono tesori preziosi, che restano per la vita, sono legami che attraversano gli anni e portano frutti anche a distanza di molto tempo. Accade così che una battuta, una sera a cena, porta ad una proposta: perchè non andare in vacanza insieme, ora che siamo grandi ed abbiamo le nostre famiglie, i nostri bambini, e vivere ancora una volta la fraternità che ci ha dato tanto quando eravamo ragazzi? Inizia un passaparola, nasce un progetto, costruito piano piano, un pezzetto alla volta, che ha portato dieci famiglie, qualche nonno e qualche zio, con don Piero Mandruzzato, una settimana in Val di Sole. L’abbiamo chiamato “Camp”, perchè il desiderio era che ci fosse l’atmosfera dei campi scuola, e così è stato: si è creato da subito un clima di collaborazione massima, dalla pulizia della sala da pranzo alla gestione dei figli, di vero raccoglimento nei momenti di preghiera, anche se i bambini si facevano sentire, di gioco e sonore risate, di meravigliose passeggiate fatte insieme, facendo attenzione che nessuno resti indietro, e che tutti siano felici.
Accompagnati da una “famiglia della cucina” che ci ha coccolati quotidianamente, da catechiste che hanno aiutato anche i più piccoli a vivere con intensità qualche momento, e da don Piero che con la sua grande creatività ci ha guidati a meditare il Vangelo, abbiamo davvero vissuto in condivisione una settimana. I nostri figli hanno legato tra di loro, anche se non si erano mai visti prima, noi abbiamo coltivato amicizie vecchie e nuove, e ci siamo portati a casa la Grazia di un’esperienza di profonda comunità. E’ nato il desiderio di camminare insieme, di continuare a crescere vicini.

La nostra giovinezza si è dimostrata un tesoro per noi, ma anche per i nostri figli, e per le persone che sono state al Camp con noi: un Bene per tutti.

 

 

 

 

 

 

Sara Ceciliato

 

 

A VILLA LUISA LE DOLOMITI “PROFUMANO” DI CASA

A Villa Luisa le Dolomiti «profumano» di casa

Si è concluso domenica 21 agosto il soggiorno delle famiglie dell’Unità pastorale di Lendinara a Caviola. Per tre settimane, a partire dal 31 luglio, la casa parrocchiale “Villa Luisa” nel piccolo paese di montagna ha accolto diversi gruppi di famiglie che hanno scelto di vivere una vacanza di comunità tra le vette delle Dolomiti. E sono queste le parole chiave che forse meglio di altre possono descrivere l’esperienza vissuta.

Vacanza perché si è trattato certamente di un tempo di riposo, tempo personale per rallentare il ritmo frenetico a cui si è abituati e regalarsi la possibilità di gustare le giornate recuperando energie fisiche e mentali. In questo tempo, poi, non è mancato lo spazio per la riflessione personale e la preghiera, al mattino prima di colazione, infatti, sono stati offerti alcuni spunti di riflessione sulla tematica della famiglia a partire dalla lettera di papa Francesco agli sposi, in occasione dell’anno Amoris Laetizia, pubblicata a dicembre dello scorso anno; piccole pillole per vivere bene le giornate e tornare a casa rinfrancati nell’anima oltre che nel corpo.

Comunità perché le diverse famiglie che hanno abitato la casa nel corso delle settimane hanno vissuto insieme. Questo è il punto di forza di “Villa Luisa”: essere insieme durante i pasti, insieme nel momento di preghiera e la Messa per chi lo desidera, insieme nelle passeggiate tra i monti, nel rispetto delle possibilità e dei desideri di ciascuno. Ogni settimana si sono formati gruppi diversi, nelle prime due hanno partecipato molte coppie, mentre la terza ha visto la presenza di famiglie più numerose in cui molti bambini e ragazzi hanno arricchito la casa con la loro energia. Caratteristiche e stili differenti che sono espressione della comunità complessa e composita dell’Unità pastorale lendinarese e di altri amici polesani e non solo che da tempo scelgono di partecipare.

Dolomiti perché, mentre si è seduti sotto il porticato, basta alzare gli occhi per osservare lo spettacolo delle montagne bellunesi patrimonio dell’umanità. Tante passeggiate hanno riempito le giornate anche grazie al clima piacevole e accogliente, tanta è stata la soddisfazione di arrivare al rifugio o alla malga dopo una bella salita e gustare un piatto tipico montanaro «perché tanto poi la discesa è più facile».

E in una comunità che si rispetti non può mancare il pastore. In queste settimane anche i parroci dell’Unità pastorale di Lendinara don Alberto Rimbano e don Michele Samiolo hanno voluto trascorrere qualche giorno con le famiglie godendosi l’allegria e la semplicità dello stare in compagnia, con la voglia di esserci e condividere un tempo libero e tranquillo. Quest’anno, inoltre, hanno partecipato anche alcune suore dell’Istituto Immacolata che hanno portato la loro instancabile energia e voglia di scoprire e sperimentare. Se il soggiorno è stato così bello e piacevole è perché ognuno ha donato gli altri un po’ di sè, e questo ha permesso di sentirsi veramente famiglia in un luogo che per tanti è casa. (M.S.)

Da La Settimana